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EXECUTION OF AN ATHEIST (in Italian)

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ESECUZIONE ATEO

L’ateismo ai vecchi tempi era considerato non solo una convinzione inammissibile nella società, ma un crimine. Esprimere dubbi Sull’esistenza di Dio era irto di una terribile esecuzione.

In questo si convinse Uchilio (Giulio) Cesare Vanini — filosofo e pensatore italiano degli inizi del XVII secolo, autore di libri «anfiteatro» e «dialoghi», in cui criticò le basi della fede cristiana, e anche l’immagine di Dio, creato da insegnamento ortodosso.

Vanini ricevette l’istruzione ecclesiastica e fu ordinato sacerdote a Padova. Se avesse continuato a essere un prete, allora probabilmente tutto sarebbe andato bene nella sua vita. E gli atei nel Medioevo non erano facili. Vanini è stato costretto a condurre una vita randagio in Francia, Svizzera e Paesi Bassi, sostenendosi dando lezioni e, alla fine, cadde in prigione.

Il 9 febbraio 1619 Vanini fu dichiarata una condanna a morte che recitava: «… La Corte dichiara che detto Uchilio è stato accusato e riconosciuto colpevole di ateismo, blasfemia, malvagità e altri crimini affrontati in questa causa.

Come punizione e come punizione per questi crimini, la Corte condanna il suddetto Uchilio al trasferimento nelle mani del boia della Giustizia Penale. Il boia dovrà trascinarlo in una camicia su una stuoia, con una fionda al collo e una tavola sulle spalle, su cui dovrebbero essere scritte le seguenti parole: «ateo e blasfemo».

Il boia deve portarlo alla porta principale della cattedrale della città di Sant Etienne e mettere lì in ginocchio, a piedi nudi, con la testa nuda. Nelle sue mani deve tenere una candela di cera accesa e implorare il perdono di Dio, il re e il giudizio… Poi il boia lo porterà a Piazza Salen, lo legherà a un palo eretto lì, strapperà la lingua e strangolerà. Dopo di ciò, il suo corpo sarà bruciato e le ceneri saranno disperse nel vento».

Felice Chusid. «La tortura e L’esecuzione di Vanini». (1935)

Vanini è stato giustiziato lo stesso giorno in place Saline a Tolosa. Nelle sue ultime ore di vita, ha mostrato grande resistenza. All’esecuzione andò allegramente, dicendo: «Andiamo, andiamo a morire allegramente, come si addice al filosofo!». Fu portato in Piazza Salen, piena di gente. Sotto il baldacchino sedevano i rappresentanti della Chiesa in paramenti cerimoniali corrispondenti a questa triste cerimonia, e altri onori. Quando il condannato apparve con una corda al collo, con una candela di cera verde tra le mani legate, un monaco dell’ordine dei cordeleri lo confortò, ricordando la misericordia di Dio e le sofferenze di Cristo, alla quale Vanini gli rispose bruscamente: «Cristo sudò di paura negli ultimi minuti, io muoio implacabile… Non C’è né Dio né diavolo, perché se ci fosse mandandolo negli inferi; ma poiché non c’è né l’uno né l’altro, non faccio nulla di tutto ciò. Il suo discorso ardente è stato interrotto dai carnefici. Vanini si rifiutò di sporgere la lingua e lo strappò con le zecche con la forza. Per blasfemia durante l’esecuzione, la sentenza del tribunale è stata violata. Vanini non e ‘stato strangolato, e’ stato bruciato vivo. La cenere bruciata è stata dispersa nel vento…

Questo monumento in bronzo raffigura Giulio Cesare Vanini a Taurisano (Piazza Castello).

Oleg Loginov

* Tradotto utilizzando un dizionario elettronico. Il testo originale in russo e molto altro sull’argomento criminale può essere selezionato nella pagina principale del sito — https://crimerecords.info/

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